Il racconto dell’esperienza a Macerata, dove il progetto di sport gratuito per adolescenti a rischio emarginazione è stato utilizzato per avvicinare tra loro ragazzi vittime di bullismo e discriminazione. Gli operatori: “Qui abbiamo aiutato una ragazzina isolata ad essere accolta dal gruppo e ad accogliere senza restrizioni gli amici in Ramadan: lo sport li salva dalle divisioni”
“Lo sport aiuta ad avvicinare le persone e a comprenderne le difficoltà e le differenze: grazie a CoEsport, siamo riusciti ad avvicinare tra loro ragazzi e ragazze prima emarginati”. A raccontare i benefici del progetto di sport gratuito promosso da AiCS e finanziato da Sport e Salute CoESport è Giada Gironacci, operatrice al servizio di AiCS Macerata per conto del progetto nazionale: Macerata è infatti tra i 16 comitati AiCS che ha avviato le attività di CoESport sul proprio territorio.
Il 15 aprile scorso, AiCS Macerata ha promosso a Monte San Giusto il suo Open day di progetto rivolto ai giovani tra i 5 e i 16 anni. L’appuntamento si è tenuto al ‘Centro Ludico Ricreativo Baobab’, in via Marcello Torre 21, e ha coinvolto circa 70 persone tra giovanissimi, genitori e nonni. Tutti insieme per provare ginnastica ritmica, danza moderna e attività motorie generali. Il via alle attività è stato scandito da Giada Gironacci, operatrice dell’Associazione Palestra Sirius guidata dal presidente Gianluca Tosoni (responsabile del progetto) che ha costruito la rete locale di CoESport assieme al Centro Ludico Ricreativo Baobab, gestito dalla Croce Verde di Monte San Giusto presieduta da Gianluca Frattani, e con l’aiuto della vice sindaca Simona Scopetta. L’amministratrice e psicoterapeuta è particolarmente felice del programma e degli effetti prodotti per i giovani del territorio. A Monte San Giusto, CoESport incontra infatti due pomeriggi a settimana circa 30 tra bambini e ragazzi: il Centro Baubab garantisce la quotidianità ai giovani del posto con il doposcuola e offre la sede a CoESPort, il supporto per le iscrizioni attraverso il consenso familiare e nel coordinamento delle attività sportive.
La musica è alla base delle pratiche motorie proposte. Giada Gironacci ha combinato i giochi di società alla ginnastica e alla danza. L’operatrice ha rivisitato e riadattato gli esercizi pensando ai giovani fruitori del progetto. Ha trasformato i locali del Baobab in una giostra sportiva aperta alle famiglie. Ha mescolato, tagliato e trasformato tutto su misura dei propri allievi e allieve per affrontare l’emarginazione dei gruppi verso i singoli e rendere le diverse culture comprensibili a tutti.
Giada racconta: “Lo sport aiuta ad avvicinare le persone e a comprenderne le difficoltà e le differenze. Ho avuto una ragazza che veniva emarginata da un gruppo di compagne che giocavano a pallavolo e a cui reagiva aggressivamente. Poi, siamo riusciti a superare le divisioni con una partita e segnando qualche punto. O come quando abbiamo gestito il problema di alimentazione per quattro fratellini che affrontavano il Ramadan, tutto è andato bene, abbiamo imparato e per il gruppo intero è diventata la normalità”.
AiCS Macerata, lavorando sull’inclusione e sulla partecipazione, ha gestito i conflitti e li ha superati riducendoli a luoghi comuni. E nella grande festa di sport, musica e danza, non sono mancati il Taboo e il telefono per le sfide di squadra a colpi di immaginazione e improvvisazione, seguendo le indicazioni delle carte informative per indovinare il personaggio o l’oggetto. C’è stato il Twister dai cerchi colorati per apprendisti contorsionisti. Ogni partecipante avanzava, di volta in volta, al girar delle lancette dell’orologio posizionando mani e piedi sul tabellone in posture diverse. Ingegno, creatività e inventiva sono state richieste ancora per i balli ritmati con l’uso di palloni e attrezzi sportivi. La contaminazione l’ha fatta da padrona al Baobab tra i programmi outdoor e indoor. Anche la multimedialità è entrata in gioco attraverso i video musicali per una sfida ai concorrenti e alla capacità di individuare e toccare velocemente le parti del corpo indicate senza equivocarsi. Pena? L’eliminazione!
“Sapevamo di questo Centro dove si riversano bambini, bambine e adolescenti per poter praticare sport. La maggior parte di loro non avrebbe altrimenti la possibilità di praticare attività fisica. Ecco perché ho pensato fosse necessario organizzare qui CoESport. Conoscere l’amministrazione comunale di Monte San Giusto e la vice sindaca Simona Scopetta è stata una sicurezza in più nella scelta e per esser certi di dare una risposta concreta. Qui, ci sono molti migranti e ci sono molte famiglie disagiate. Sì, ‘Baobab’ – conclude Tosoni – era senza dubbio il luogo giusto”.